Bonus busta paga ma dipende dallo stipendio: chi arriva a 130 euro

Il governo ha confermato che ci sarà un nuovo bonus in busta paga nel 2026 ma al momento non si conoscono le cifre.

Gli importi sono ancora da definire e si spera che l’aumento non sia di pochi euro dal momento che l’inflazione non aspetta i cambiamenti e si alza quando vuole. Uno sgravio fiscale è già stato approvato nel 2025 e da solo garantirà un risparmio sulle tasse fino a un massimo di 83 euro circa ogni mese, ma sembra ci sarà un’ulteriore taglio che garantirà un netto più alto a parità di lordo.

busta piena di banconote in euro
Bonus busta paga ma dipende dallo stipendio: chi arriva a 130 euro – tricolore.it

Tutto dipenderà dalle risorse a disposizione per la prossima manovra. Perché come spiegato dal vice ministro all’Economia, Maurizio Leo, la priorità è il taglio dell’Irpef per i redditi fino a 50.000 euro e solamente nel caso in cui dovessero esserci maggiori risorse si andrebbe a valutare anche un’estensione per chi sta oltre questa soglia ma non supera i 60.000 euro.

In questo caso l’importo del bonus sarebbe molto più alto dal momento che gli stessi redditi erano stati esclusi dal taglio dell’Irpef già approvato nel 2023 attraverso una minore detrazione. A conti fatti, potrà esserci un aumento fino a 120 euro in busta paga.

120 euro in più in busta paga: non è solo una speranza

L’ultima riforma dell’Irpef del 2023, al fine di dare maggiore respiro ai redditi più bassi, prevedeva che i primi due scaglioni di reddito fossero accorpati con un’aliquota del 23% anche sopra i 15.000 euro, fino a 28.000 euro.

donna controlla busta paga e sullo sfondo un pc
120 euro in più in busta paga: non è solo una speranza – tricolore.it

Di conseguenza c’è stato un risparmio d’imposta del 2% per la parte di reddito che supera i 15.000 euro, con il massimo del guadagno pari a 260 euro l’anno, 20 euro al mese, per chi guadagna almeno 28.000 euro. Essendo l’Irpef un’imposta progressiva, solamente la parte di reddito che rientra in quello specifico scaglione viene tassata con l’aliquota di riferimento.

Anche chi guadagna più di 28.000 euro quindi ha beneficiato del risparmio del 2% calcolato su 13.000 euro. E così doveva succedere anche per i redditi sopra i 50.000 euro ma il governo ha previsto una minore detrazione di 260 euro volta di fatto ad annullare completamente l’effetto del taglio Irpef.

In soldoni, chi ha un reddito di 49.900 euro ha goduto di un risparmio di 260 euro l’anno, mentre chi ne guadagna 50.100 no. Questa anomalia potrebbe risolversi con la prossima riforma fiscale con il governo che sta valutando la possibilità di estendere vecchi e nuovi benefici anche a chi guadagna tra i 50.000 e i 60.000 euro.

La nuova riforma Irpef andrà a toccare il secondo scaglione attuale, quello che comprende i redditi tra 28.000 e 50.000 euro. Sono quindi 22.000 euro di reddito tassati al 35%, con la possibilità di portarli a raggiungere quota 33%. Un risparmio del 2% che nella migliore delle ipotesi, al raggiungimento quindi dei 50.000 euro, garantirebbe un aumento ulteriore di 440 euro l’anno.

Cosa succederà invece per i redditi sopra i 50.000 euro? Tutto dipenderà da quale sarà la decisione del governo. Ma non finisce qui, perché il governo, risorse permettendo, sta valutando anche la possibilità di portare il limite del secondo scaglione da 50.000 a 60.000 euro. Questo significa che la parte che oggi viene tassata al 43% verrebbe portata al 33% con un risparmio del 10% su altri 10.000 euro di reddito. Altri 1.000 euro l’anno con un risparmio complessivo di 1.700 euro, ben 130 euro al mese per chi più si avvicina alla soglia dei 60.000 euro di reddito.

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